The Bureau - Prima volta?

[Lavoro - PR]

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    Beauty is in the eye of the exploder.~
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    Marinai
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    « Huff... huff... »

    Attraverso la Nadir ad ampie falcate, a passo di marcetta, cercando di recuperare il tempo perduto e controllando compulsivamente l'orario.
    Gli ascensori in manutenzione, proprio oggi, non ci volevano.

    « Livello 7... sala B... »

    Non sono in ritardo, a dire il vero. Mancano circa dieci minuti all'orario previsto, ma ci tengo ad arrivare in anticipo per fare bella figura, darmi più tempo per orientarmi, e così via, anche col tempo più tirato del previsto.
    È il mio primo giorno di lavoro, in fondo.

    Cioè, al nuovo lavoro.

    CITAZIONE
    "Lt. Douglas,

    in riconoscimento della carriera maturata e pregressa, e in virtù delle esigenze operative correnti,

    si comunica che, con effetto immediato, la ricevente sarà assegnata al GDI (Gruppo Design Interdipartimentale) in qualità di assistente progettista.

    Si richiede pertanto la sua presenza al Bureau, situato..."

    La lettera era piovuta come un fulmine a ciel sereno. Ma, del resto, un sacco di cose sono successe tutte all'improvviso, da quando ho scalato l'ultimo rango che mi separava dagli ufficiali.
    Ritirare le nuove e luccicanti mostrine, la consegna del locale superlusso a New Eyre - meh - i tomi di regole e codici di condotta per Piloti... come si dice a casa, quando piove diluvia.
    E oggi capita pure questo.

    (Livello 6... ci siamo quasi.)

    Che non mi spiace nemmeno, come incarico.
    Per una volta, è qualcosa con cui ho una discreta affinità - ho lavorato per anni ad un Progetto, in fondo, e anche se la parte progettuale spettava ad altri qualcosa l'ho imparato. Qui posso impararlo davvero, cosa che mi tornerebbe utile il giorno che avrò una mia nave... e non solo.

    (Livello 7! Siamo in tempo?)

    Mi lascio alle spalle l'ultima rampa, elevo una silenziosa preghiera in ringraziamento ai cieli, scocco un'occhiata al corridoio - sembra deserto - e mi avvicino ad un oblò per darmi una sistemata.
    Il riflesso che mi saluta sembra quello di una sfollata, tra i capelli sparati e la giacca più giù che su, la fronte lucida e quant'altro. Terribile.

    (Riassestiamoci un po', tanto c'è tempo... e c'è il panorama... ehi, oggi le stelle sono particolarmente brillanti. Guarda lì come sfavilla l'Anello! E le code della nebulosa!)

    C'è movimento in cielo, ora che ci faccio davvero caso. Le stelle brillano davvero più del solito, ed ogni volta che la loro luminosità cresce non posso fare a meno di star lì a guardare e ammirare, e anche a chiedermi come mai succeda. Rifrazione? Interazioni coi gas astrali? Magia?
    Si sa mai, è il Sistema 39 in fondo. Potrebbe bene essere anche quello, o magari anche cose più strane. Chissà, chissà... ah, se avessi una nave mia, potrei andare ad esplorare queste meraviglie da sola!
    ...
    ...
    Aspetta, ma io devo lavorare a delle navi!

    « Merda! »

    Guardo l'ora.
    Ho sforato l'incontro di cinque minuti.

    « Rrrgh! Ibis, maledizione! »

    E niente, corro. Che devo fare, se non salvare il salvabile?
    Almeno non è molto distante. Sala B. Mi catapulto dentro.

    « ECCOMI SCUSATE SO DI ESsere in rit... »

    La sala è vuota.
    Una sala grande, con al centro un enorme tavolo ovale corredato da dieci, quindici, venti? sedie, in metallo e intelligente, che proietta giusto un'immagine di una graffettina con gli occhi barrati. Contorno rosso errore.

    « Um. C'è nessuno? »

    Una sedia scricchiola. Qualcosa si muove da dietro all'ologramma - un paio di stivali, di bella fattura, che scivolano col resto delle gambe giù dal tavolo con un tonfo.

    « Ah, il nuovo acquisto. Ibis Douglas, meglio conosciuta come Meteor, presumo. La ragazza del Progetto. »

    È una voce maschile, piuttosto giovane. Ha un tono tra l'annoiato e l'arrogante, del tipo "ne so più di te e non te lo scordare". Magari ha anche ragione, visto che sa del Progetto.
    Uscito poi dalla copertura dell'ologramma, lo posso osservare per bene.

    « Erm... sì, esatto », annuisco interdetta, guardandomi attorno. « Mi scusi, ma... »
    « Se ti stai chiedendo dove siano finiti tutti, caschi male. »
    « Eh? »

    In effetti è giovane, sulla trentina scarsa. Vestito elegante, nonostante l'uniforme, con un bel soprabito e pantaloni che verranno o da Paradis o da Erden. Biondo, occhi grigi, capelli laccati corti e dei segni meccanici sul viso... deve avere qualche impianto cibernetico.
    E cos'è quella cosa che ha in bocca, che sembra una fialetta arancione?

    « Ti hanno detto che c'era riunione oggi? Tch. Cattivo tempismo, ragazza mia, oggi sono quasi tutti impegnati. »
    « Ah. »
    « Roba pesante. Altre pretese di Cunningham. Non che scherzi nemmeno lui, a peso, ma sta di fatto che ha precettato tutti. »
    « Ah. »
    « A parte me, chiaro, che ho fiutato l'aria per tempo. Vuoi? »

    Mi allunga la fialetta. Quando parla, noto che sottili fili di fumo arancione lasciano le sue labbra e le sue iridi luccicano leggermente.

    « Erm... »
    « No? Poco male. Più per me. »

    Scrolla le spalle, nonchalante.
    Io tiro un profondo respiro, per calmarmi. Questo tipo corre, quando parla, e starci dietro è una fatica.
    C'è aria di...

    « No, è che non so cos'è e non so con chi sto parlando. Scusi la franchezza. »
    « Mm. »

    Si toglie la fiala dalla bocca, come se fosse una sigaretta, e soffia. Annuisce, poi mi offre la mano libera.

    « Giusto. De Magistris, Vittorio de Magistris. Callsign 'Outcast'. Ufficiale, ufficialmente PO del GDI, ufficiosamente guardiano di questo zoo », si presenta, con un ghigno sarcastico. « Piacere. E auguri. »
    « P-Piacere, grazie. Ibis Douglas, callsign Meteor, sono appena diventata ufficiale, e... ho l'impressione che sappia già tutto di me, quindi... »
    « Mm. Non per farmi gli affaracci tuoi, ma sai com'è, mi piace sapere con chi dovrò lavorare. »
    « Uh huh... » (Intanto però gli affaracci miei te li sei fatti.)

    Fa un gesto ampio, verso il resto della sala.

    « Insieme a me ci sarebbero la baronessa, Higanbana e il Verde, ma come ho detto, si stanno intrattenendo con l'illustrissimo capitano. Auguri anche a loro, heh. »

    Si volta sul lato, a guardare fuori da una finestra.
    Io guardo lui, non sapendo bene che pensare di questo tipo. Da una parte c'è decisamente quell'aria di "la so più lunga", oltre che di qualcos'altro che non riesco proprio a identificare; dall'altra sembra abbastanza alla mano, anche se un po' troppo contento di essersi sfilato dai suoi doveri.

    « Non sembra piacerle molto, questo capitano Cunningham. »
    « Rimani con noi e scoprirai presto perché », sorride lui, scaltro. « Quanto ti hanno detto del GDI? »
    « Beh... non molto. A parte il nome e il fatto che da oggi sono vostra collega, non so nulla. »

    Fa un lungo tiro.

    « Okay. Allora, visto che tanto oggi si farà poco di concreto e il tempo è quello che è, chiamiamolo briefing di lavoro e ne usciamo entrambi puliti. Che dici? »
    « Um, d'accordo. Effettivamente mi piacerebbe sapere cos-- »
    « Chiaro. Okay, per farla breve... io coordino questo gruppetto di quattro progettisti, ora cinque con te, in teoria per lavorare ad un ammodernamento della ESS Improbable. Oops, desolato, Incomparable. »

    Sorrisone.
    Quell'uomo deve stargli davvero sulle scatole.

    « Ora, tu mi sembri una ragazza sveglia, quindi avrai notato che c'è qualche problema con la Flotta. »
    « Beh... »
    « Cosette come un budget limitato, risorse risicate, personale tirato... ah, e il non avere un cantiere orbitale a disposizione. Quello che servirebbe per gli ammodernamenti. Inezie, insomma. »
    « Insomma... »
    « Insomma, sì. Anche la Flotta la pensa così, e infatti ci chiedono piani e progetti che starebbero bene su Erden per noi che siamo inchiodati qui. Nella fattispecie, l'esimio capitano Cunning Ham e la sua amata Incomparable. »
    « Ah. Quindi... »
    « Quindi passiamo metà del tempo a sentirci chiedere l'impossibile e l'altra metà a cercare di farci fronte. Figo, no? »

    Ora sorrido io.

    « Una giornata come un'altra da queste parti, mi pare. »
    « Heh heh », ridacchia l'uomo, con un cenno d'assenso. « Vedo che ci siamo capiti. Bene! »

    Soffia un getto d'aria arancione e si sfila di bocca la fiala, poi la ripone delicatamente in una tasca della giacca.
    Continuo a non capire cosa sia, ma comincio a percepire qualcosa di molto vagamente erbaceo... sa quasi di grano, forse, o di prato...

    « Tu sei ragguagliata, io dovrò andare a salvare i miei, direi che l'incontro è concluso. Ci vediamo tra un paio di giorni. Ci incontriamo sempre ogni dispari, stesso posto e stessa ora. »

    C'è di buono che, con l'andare così veloce, mi risponde ancora prima che possa fare le domande.

    « Di nuovo, piacere di conoscerti e benvenuta », sorride, stavolta senza sarcasmo o altro. « A poi, collega. »
    « Um. A presto, Outcast. »

    Usciamo assieme. Lui punta verso gli alloggi degli ufficiali superiori, io medito se fare lo stesso... ma alla fine decido di tornare al mio, di alloggio, e cominciare a sfogliare qualche manuale di progettistica, tanto per non essere completamente sprovveduta per il prossimo incontro.

    Non so ancora dire se mi abbiano rifilato una fregatura, ma... beh, mi rincuora sapere che non sarei la sola, nel caso.
    È un inizio.

    Edited by Kawaii Five-O - 3/4/2023, 07:52
     
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